Ingredienti
- 1/4 di peperone
- 140 gr di cous cous precotto
- 100 gr di pomodorini
- 200 gr di anelli di totani
- 200gr di gamberi
- aglio, olio, sale, peperoncino, prezzemolo, vino bianco
- una manciata di olive taggiasche
- mezzo cucchiaio di farina
- 1 vasetto di vongoline
Il cous cous è un piatto che ha travalicato confini e frontiere e appartiene alla cultura dei paesi mediterranei al punto che esistono infinite varianti di carne, pesce, legumi e verdure.
Anche in Sicilia il cous cous è molto diffuso nella versione “alla trapanese“, ovvero con un brodetto di pesce misto chiamato la Ghiotta, con pesce povero come triglia, scorfano e anguilla.
Io ho provato a farne una mia personalissima versione dal gusto delicato e profumato.
Preparazione
- Per prima cosa soffriggete 2 spicchi d’aglio con sale, olio, peperoncino e prezzemolo e poi aggiungete i pomodorini tagliati a pezzetti.
- Sfumate con il vino bianco e aggiungete anche il peperone tagliato fine fine e con il mestolo di legno schiacciate i pezzetti di pomodoro in modo che rilascino il loro liquido.
- Unite gli anelli di totani e le olive taggiasche e continuate la cottura con il coperchio a fiamma vivace.
- A parte sgusciate a crudo i gamberi e uniteli al sugo solo alla fine.
- In una pentolina portate a ebollizione 140 ml ogni 70 gr di cous cous e quando l’acqua bolle spegnete, aggiungete 1 cucchiaino di olio (sempre ogni 70 gr di semola), unite il cous cous e lasciate riposare per 5 minuti coperto: trascorso il tempo vedrete che la semola si sarà assorbita l’acqua e si sarà gonfiata. Non vi resta che sgranare con una forchetta e posizionare al centro del piatto.
- Quando noterete che gli anelli di totani saranno belli morbidi, aggiungete mezzo cucchiaio di farina stemperato nel fondo di un bicchiere con un pochino di vino bianco: questo aiuterà ad aumentare la cremosità del sugo!
- Aggiungete anche i gamberi e cuocete fino a quando non saranno diventati rosa.
- Impiattate con una bella spolverata di peperoncino.
Allora, solo per chiarezza e veritá storica e per poterne parlare con sufficcente competenza: al principiare del secondo quarto del secolo IX, ebbe inizio la conquista araba della Sicilia, episodio inaugurale di una dominazione che sarebbe durata circa tre secoli (fino al 1060) e che avrebbe lasciato segni, materiali e culturali, ancora oggi impressi nell’isola e nelle sue genti. La Sicilia fu prima sede di Emirato dipendente dalla dinastia tunisina degli Aghlabiti che la governarono con i loro emissari, poi fu provincia indipendente con una propria dinastia quella dei Fatimi. Dura i secoli della loro dominazione, gli Arabi portarono cultura, la poesia, le arti, le scienze orientali, la matematica, processi d´irrigazione per l´agricoltura, etc.., Tra queste ereditá la Sicilia puó vantare anche una tradizione gastronomica araba!!!! Il cuscusquindi in Sicilia é conosciuto e consumato da piú di qualche secolo (a differenza del resto d´Italia dove fino a ieri era completamente sconosciuto); nel primo periodo si usava cucinare il cuscus di carne e di verdura (come tutt´ora in quasi tutti i paesi arabi), poi col tempo, e soltanto in provincia di Trapani si é sviluppata una forma diversa di questo alimento usando un prodotto che per i siciliani di allora era ,olto piú semplice procurarsi: il pesce (l´anguilla non c´entra una mazza col cuscus trapanese)! Pesce cosiddetto di scoglio, pesce povero, da brodo (non sto ad elencarli). Fino a una ventina d´anni fa il cuscus trapanese era sconosciuto nel resto della stessa Sicilia (assolutamente ignorato nel resto d´Italia)! Adesso tutti parlate di cuscus, cucinate cuscus, fate delle varianti, etc… Sarebbe bene peró non chiamarlo cuscus e soprattutto conoscere la storia del cuscus!!!!! Io spero di avervi chiarito qualcosa, anche se non tutto, e comunque sono a disposizione per ulteriori disquisizioni in merito!!! Un cordiale saluto, Cipriano Frazzetta
grazie della esauriente spiegazione!