Guida ai noodles più utilizzati in cucina

Oggi torniamo a parlare di noodles, gli spaghetti asiatici famosi in tutto il mondo.

Sapete quanti tipi esistono e come si cucinano?

Nella prima parte di questa guida ho fatto chiarezza su alcune tipologie, oggi si continua con altre 5 varianti.

Udon

udonoodles

Caratteristiche

Questo tipo di spaghetto molto spesso è realizzato con farina di frumento integrale ed è tipico della cucina giapponese.

Le loro origini sono molto antiche e risalgono al periodo Edo e sono spesso citati in storie di ricette del 1643 nella zona intorno Osaka e Kyoto.

Come si cucinano

La loro consistenza spessa e scivolosa li rende perfetti per accompagnare zuppe e stufati: infatti la loro peculiare morbidezza li rende inadatti per piatti saltati, sfaldandosi in pochi secondi.

Di conseguenza, quelli freschi vanno cucinati immergendoli delicatamente in acqua bollente per 1 minuto; al termine, risciacquateli e versateli con delicatezza nella zuppa.

Per quelli secchi, portate una pentola di acqua a bollore, aggiungete la pasta e rimettete l’acqua a ebollizione. Fate bollire la pasta per 5 minuti, scolatela e risciacquatela con acqua fredda, quindi procedete alla vostra preparazione.

 

Soba

soba-noodles

Caratteristiche

Queste deliziose tagliatelle di grano saraceno sono particolarmente indicate per le diete ipocaloriche: infatti sono ricche di proteine e fibre.

Sono famose per una nota chiara di nocciola e hanno una consistenza quasi carnosa, che rimane al dente anche dopo la cottura.

In Giappone sono uno dei piatti più popolari e diffusi: si trovano ad ogni angolo di strada, si mangiano rigorosamente con le bacchette facendo rumore con la bocca, considerato un gesto di educazione.

Come si cucinano

Appartengono all’iconografia della cucina giapponese con il tipico nastrino che ne avvolge le piccole matasse sottili.

Il piatto più diffuso è la kake soba, ossia soba in brodo, nel quale le  tagliatelle vengono bollite e servite in una tazza di brodo caldo chiamato tsuyu e fatto con dashi, mirin e salsa di soia, guarnito con fettine di negi (cipollotto).

Gli spaghetti soba si consumano anche zuppe fredde, ma possono anche essere serviti in brodo caldo o condito con verdure, gamberetti, uovo crudo che galleggia nel brodo, tempura e alghe wakame.

Al fine di non incorrere in errori di preparazione, occorre immergerli secchi in acqua bollente per 5 o 7 minuti (riducete i tempi per le tagliatelle fresche) e risciacquarli prima di saltarli con carne e verdure o aggiungerli a una zuppa.

 

Somen

somennoodles

Caratteristiche

Gli spaghetti somen sono molto simili alla soba: sono sottili e realizzati interamente con farina di frumento.

La pasta, resa flessibile dall’aggiunta di olio nell’impasto, è allungata fino a ottenere fili molto sottili, bianchi e delicati, per un sapore più raffinato.

Come si cucinano

I somen, come la soba, sono quasi sempre serviti freddi, accompagnati da una salsa in cui immergerli: è a base di katsuobushi e può essere aromatizzata con cipolla giapponese e zenzero.

In estate, i somen vengono raffreddati con il ghiaccio per farli rimanere freschi.

 

Jap Chae

japchae

Caratteristiche

Sono il piatto tipico delle feste nella cultura coreana

Questi noodles di patate dolci sono simili a quelli di soia, ma leggermente più spessi, di colore più scuro e possono risultare più digeribili.

Come si cucinano

In questa ricetta famosa vengono saltati in padella in olio di sesamo con carote, funghi, scalogno, peperoncino e carne di manzo.

Il piatto è servito caldo o freddo in occasioni speciali, spesso posto in cima a un letto di riso (in questo caso, si chiama jap che-bap).

 

Shirataki

shiratakizenpasta

Caratteristiche

Praticamente sconosciuti fino a qualche anno fa, sono diventati famosi grazie alla Dieta Dukan per le loro proprietà fortemente indicate per una dieta ipocalorica.

La pasta di cui sono fatti è composta principalmente da una fibra solubile che si estrae dalla radice di una particolare pianta asiatica chiamata Konjac. Questa fibra non contiene calorie, carboidrati, grassi, proteine, glutine, lattosio, ne’ qualsiasi altra sostanza che possa essere assorbita dall’organismo.

Inoltre è una fonte di sali minerali come ferro, calcio, fosforo, zinco, cromo e rame.

La radice essendo ricca di fibre idrosolubili aiuta ad abbassare il colesterolo e a tenerlo sotto controllo, come tutti gli alimenti che sono fonte di fibre. La capacità della pasta di ridurre il colesterolo è dovuta al suo contenuto di glucomannano.

Nell’aspetto i vermicelli di konjak ricordano i nostri comuni spaghetti ma hanno la caratteristica di contenere meno calorie, di essere senza glutine e dunque adatti a chi soffre di celiachia. L’apporto calorico è davvero minimo ed è compreso dalle 10 alle 20 chilocalorie ogni 100 grammi a seconda che la pasta prescelta sia umida o secca.

Come si cucinano

Se li acquistati immersi nel loro liquido, dovete sciacquarli abbondantemente sotto un getto di acqua fredda per eliminare i carboidrati presenti nel liquido e poi cuocerli nel brodo oppure continuare la preparazione come più aggrada: in insalata, con sughi vari o saltati nella wok con verdure e proteine.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *